Dell'architetto Ippolito Scalza, in pietra arenaria locale, conserva oltre alle reliquie del Santo anche un pregevole trittico di Giovanni di Paolo (1440). Da notare anche l'organo settecentesco sopra l'entrata principale.

Di provenienza sconosciuta, è conservata presso l'Antiquarium di Baschi ed è visibile sulla fronte del palazzo municipale. E' un mascherone rinascimentale, scolpito nella pietra arenaria, originariamente utilizzato per decorare una bocca di fontana.

Sul Tevere, nelle vicinanze di una grotta dove San Francesco era solito ritirarsi in preghiera e dove il Poverello di Assisi predicò ai pesci. Fu un lascito a Francesco da parte della famiglia dei Baschi. Vi sostò, tra gli altri, Jacopone da Todi, dove compose lo "Stabat Mater" ed alcune Laudi e San Berardino da Siena. 

Una delle due entrate al castello, chiamata anche "La Portella", è datata all'inizio del 1500. Ora monumento nazionale.

Caratteristica entrata ad un cortile medievale, è sormontato dallo stemma della famiglia degli Atti, con riferimenti medicei ed il volto del cosidetto Diomede che aveva la sua residenza in questa parte del borgo.